Aprile 2012. Vent’anni sono passati dall’inizio dell’assedio di Sarajevo da parte dell’Armata Popolare Jugoslava (JNA), un assedio ed un massacro durato mille giorni, dal 5 aprile 1992 al 29 febbraio 1996, durante il quale morirono 11.541 civili, di cui 1.600 bambini.
Il regista teatrale Haris Pasov, in occasione del ventennale della tragedia, ha voluto commemorare le vittime con una scenografia surreale: 11.541 sedie rosse, vuote, lungo tutto il viale Maresciallo Tito. Hanno partecipato all’installazione le autorità di tutte e tre le etnie: serbo bosniaci, bosniaci musulmani e bosniaci croati. In una delle foto il papà di una delle vittime discute con il regista chiedendogli di togliere la sedia che rappresenta suo figlio perché le sedie sono state fornite da una ditta serba. Curiosamente e paradossalmente, in contemporanea, davanti al parlamento bosniaco, i soldati delle tre fazioni che durante il massacro si sparavano contro, manifestano per avere riconosciuti i propri diritti: sono gli “esodati” bosniaci cui il governo aveva promesso i sussidi di tutela.