L’arte non scolpita
di Fiorenzo Sernacchioli

Esposta al MUSA – Museo Virtuale della Scultura e dell’Architettura
Via S. Agostino, 61 – Pietrasanta (LU)

19 luglio 2014 al 3 agosto 2014.

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SCOLPIRE CON LA LUCE: L’ARTE NON SCOLPITA 

Una recensione del prof. Alessandro Romanini,
Direttore del Centro Arti Visive di Pietrasanta

“Sin dalla sua apparizione nel 1839, la fotografia ha vissuto una sorta di sindrome schizofrenica  che ha visto la convivenza nello stesso medium di una funzione documentaristica e una finalità espressiva. Questa dicotomia si è sviluppata in maniera carsica fino almeno agli anni 70’ del XX secolo, dove i due fenomeni siamesi hanno trovato una loro autonomia, solamente accennata dalle avanguardie storiche.

La poetica di Fiorenzo Sernacchioli si sviluppa sul crinale fra queste due nature della fotografia, riuscendo nell’intento di armonizzarle. La perizia tecnica e l’esperienza maturata permettono all’autore di strutturare un’articolata dialettica fra spettatore e opera fotografica. L’occhio attratto dalla perizia compositiva, dall’equilibrio dei volumi e dalla sapiente articolazione luministica, viene coinvolto in un percorso di costruzione percettiva. Dopo l’analisi superficiale tecnica, lo spettatore viene costretto ad affrancarsi dalla passiva contemplazione per attivare un’attiva strutturazione di un percorso percettivo soggettivo. Una scoperta graduale della “narrazione” formale che sostanzia la dimensione estetica della fotografia di Sernacchioli.

L’operazione di ricerca estetica dell’autore unisce la soggettiva della dimensione pittorica (scelta dell’inquadratura, tagli di luce, ecc.), l’oggettività della fotografia e il flusso temporale del cinema. Perché le foto di Sernacchioli sono sì leggibili singolarmente, ma assumono un significato amplificato quando fruite come sequenza. E la mostra in oggetto offre questa possibilità.

La fotografia è per l’autore anche una dichiarazione etica e un approccio fortemente pittorico. L’esito degli scatti è frutto di un paziente lavoro di attesa, delle condizioni luministiche e atmosferiche ideali, per ottenere gli effetti desiderati, per mettere in evidenza volumi e texture.

Memore dell’inesauribile repertorio di soluzioni formali e tecniche offerte della storia dell’arte occidentale, l’autore ha saputo crearsi uno stile proprio. Stile impostato su un’attitudine “cezanniana”, che lo porta non a modellare artificialmente  il “pro filmico” ma ad assecondare attraverso l’osservazione, l’attesa le condizioni desiderate che il reale in tutte le sue componenti aleatorie deve dispiegare per raggiungere un’armonica composizione da fermare nello scatto. Un processo creativo “in cui il reale”, diventa coautore alla stregua dello spettatore che deve crearsi il proprio percorso di senso all’interno della foto, solo parzialmente predisposto dall’autore.

Sernacchioli riesce quindi nell’intento di cogliere i materiali nella loro potenzialità espressiva e ad evidenziare il genius loci del contesto nel quale si trovano e vengono osservati dall’autore. Materiali collocati in quella zona grigia fra natura e cultura, dei quali viene evidenziata la potenzialità espressiva.

Un modo di fotografare quello di Sernacchioli che usa i valori espressivi della pittura, scolpendo il tempo per ritagliarne il frammento significativo e cristallizzarlo in una dimensione atemporale, ideale”.

Prof. Alessandro Romanini
Direttore Centro Arti Visive di Pietrasanta

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